Poma traduceva sulla carta i suoi dialoghi con la natura e non si separava mai dalla sua lunga pipa, il cui fumo si sposava alla perfezione con l'aria trasparente e salina che si respirava dall'alto sul mare. A volte capitava che si accorgesse della presenza, indiscreta e curiosa, di una bimba nascosta sotto un albero: si trattava della piccola Rosetta, figlia del guardiano della villa, che amava osservarlo all'opera. Certamente quel suo aspetto severo intimidiva la piccola spettatrice, ma ecco che con un gesto rapido e apparentemente distaccato Poma le lanciava un cioccolatino, a dimostrazione che dietro quella dura scorza si nascondeva una buona dose di dolcezza. Durante i lunghi soggiorni a Piano, Poma strinse un solido rapporto di rispettosa amicizia con l'allora proprietario della villa, il comandante Francesco Maresca, conosciuto da tutti come Don Ciccio di Montamare. I due dimostrarono una certa affinità nel carattere: sempre pronti a scambiarsi idee e consigli. Don Ciccio concesse al suo ospite di costruire nella parte più a nord del giardino un campo da tennis ed un laghetto per i cigni, assecondando così due grandi passioni di Poma. Quella sportiva divenne fondamentale occasione di incontro con gli abitanti di Villa Fondi: sembra infatti il matrimonio tra Giovanni Rocca, discendente della famiglia Sangro di Fondi, e Lucia, figlia dell'artista, fosse nato proprio durante una partita di tennis. La singolare passione di Poma per i cigni che fu definita una "mania", nacque probabilmente a Villa Borghese e non si esaurì fino alla sua morte, avvenuta nella sua casa di Courmayeur, proprio in una stanza che si affacciava sul laghetto dei cigni. Secondo la testimonianza dell'allora piccola Rosetta, nel laghetto c'erano due cigni, un maschio, Totò, ed una femmina, Maddalena: convivevano con una grande quantità di pesciolini che i bambini si divertivano a chiamare "Nicò!Nicò!Nicò!" e se nessuno dei "Nicò" si degnava di rispondere alla chiamata, i bimbi si avvalevano di una campanella legata ad un albero nelle vicinanze. In mezzo al laghetto sorgeva un piccolo isolotto che ospitava una pianta ed era il riparo dei cigni. Un bel giorno, negli anni '30, i cigni elegantemente presero il volo e volteggiarono in discesa fino al porticciolo del paese, tra le barche… ancora oggi qualcuno ricorda lo stupore che suscitarono quegli uccelli. Attualmente il laghetto e il campo da tennis sono scomparsi, restano solo alcune fotografie. Le frane nel corso del tempo hanno colpito il costone tufaceo e provocato il crollo. Alessandro Poma non fu l'unico artista a trovare ispirazione in quei luoghi. Alcuni abitanti del posto ricordano la presenza di altri pittori, stranieri. Lo spagnolo Don Pablo che si vociferava fosse principe, ed un tedesco. Anche il pittore piemontese Guido di Montezemolo (1878-1941), in compagnia del collega e amico Felice Carena, soggiornò nel 1920 a Sopramare, invitato da Poma. Soggiornò per una quindicina di giorni. |
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