FRANCESCA BERARDI
Alessandro Poma a Piano di Sorrento: un dialogo in silenzio
Sembra che uno degli aspetti più significativi del carattere di Alessandro Poma fosse il suo
essere silenzioso, si racconta che di fronte ad un tramonto pretendesse assoluto silenzio
intorno a sé. Particolarità che restituiscono l'idea della sua personalità d'artista,
concentrata nel lavoro creativo. Tutta l'opera di Poma è il risultato di interminabili
discorsi, di appassionati e quotidiani dialoghi con la natura.
Passeggiando per Piano di Sorrento in una ventosa e soleggiata giornata di fine
primavera, si comprende perché il pittore prediligesse e amasse la natura. Certe voci
non si possono mettere a tacere: quella del paesaggio di Piano s'impone. Si manifesta in
suoni che parlano del tempo e della natura. Si manifesta nel penetrante odore dei limoni,
dei fiori e delle rocce salate. Si manifesta nei colori: nella giustapposizione e nel
contrasto di certe tonalità. E' comprensibile dunque come un pittore con una sensibilità
come quella di Poma, si mettesse in viaggio da Roma per soggiornare a lungo in quei
luoghi di comunione sinestetica con la natura.
Le notizie sulla vita dell'artista a Piano sono scarse, ma rintracciabili grazie
alle testimonianze di chi lo conobbe come ad esempio la famiglia Maresca.
Dal 1910 circa e fino alla fine degli anni '30, Poma affittava in modo permanente
un appartamento a Villa Maresca a Sopramare. La casa risale alla fine del 1600; originariamente
era costituita da un piano terra, con le scuderie, cantine e palmento, e da una cappella e un
primo piano. Nel 1870 l'avvocato Gaetano Maresca, bisavolo degli attuali proprietari, acquistò
la villa dalla famiglia Maresca Donnorso dei duchi di Serracapriola, i quali probabilmente
l'avevano ricevuta dalla Corona inglese in cambio di alcune saline in Sicilia. Nei primi
anni del 1900 venne aggiunto un secondo piano ed il piano terreno fu trasformato in
appartamento: quello in cui con tutta probabilità soggiornava Poma.
Il giardino della villa, a strapiombo sul mare, offre un panorama incantevole. Il pittore vi trascorreva
le giornate dipingendo, da punti di vista privilegiati, scorci di ampio respiro o
particolari del paesaggio che elevava a monumenti della bellezza del luogo. Poma era
solito mettersi all'opera in quella parte del parco denominata "giù al pino", da dove
si poteva ammirare la Marina di Piano. Oppure si appostava sulla cosiddetta "punta di Meta",
da cui si gode un bellissimo panorama sulla Marina di Meta.
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