(...) Qui "Non muta il sentimento del colore, scrive Maurizio Calvesi, "partecipato con crescente intensità lungo il percorso di Alessandro Poma, come in una spremitura di luce sempre più golosamente munta e cosparsa con la punta delle dita per penetrare la superficie e comunicarle il suo fremito". I pastelli paiono accendersi di subitanei bagliori, gemme esplose nell'aria, epifanie di luce e di tinte.

A questi esiti egli non perviene certo per caso ma è il compimento di un singolare percorso artistico e morale nel quale egli si premura persino di produrre direttamente i colori certo al fine di riuscire a conferire agli stessi certe sfumature cromatiche insolite ed inconsuete proprio come le aveva intuite. E la stessa carta su cui operano le sue mani è di fattura particolare, di marca inglese (...) una carta specifica per la pittura a pastello come recita il timbro ovale che appare sul retro di alcuni fogli: George Rowney & Co. Pastel paper. Fine grain.

La sua primigenia indole di paesista lo induce a soffermarsi più spesso sulla marina di Piano di Sorrento, con scorci che sebbene ripresi più volte esprimono accenti cromatici e sensazioni sempre nuove. Il fitto groviglio dei rami dei pini che da Villa Fondi paiono protendersi a toccare il mare, coniugano la finezza del segno con l'arditezza del soggetto. Allo stesso modo egli avverte il fascino delle riprese notturne dove l'unica luce è quella lunare e i contrasti cromatici si accentuano e si ispessiscono. Ed ancora il richiamo del mistero - per altro sempre presente nella sua arte - che emana dalle grotte marine scavate dalle onde in fogge imprevedibili nel morbido tufo della costiera di Piano.

(...) Il taglio ravvicinato della composizione, caratteristico della pittura di Poma e già sottolineato da Virginia Bertone, qui si fa più profondo e per le caratteristiche specifiche dei luoghi e fors'anche grazie al ricorso alla fotografia.

 
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